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La scienza uccide il mitico yeti

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Il famoso mito dello yeti è stato smentito dalla celebre scienziata, Dottoressa Carlotta Mattia, che attraverso diverse fonti è arrivata ad una conclusione: secondo la scienza è impossibile che tale creatura esista sulla faccia della Terra.

La dottoressa è arrivata a questa incredibile scoperta analizzando prove genetiche attribuite allo yeti. Analizzando il DNA di ossa, denti e feci i risultati hanno smentito l'esistenza di tale creatura.

Questi reperti biologici sono riconducibili a 23 tipi diversi di orsi. Le ricerche sono state seguite dallo studio scientifico di Los Angeles e dai ragazzi nonché studenti del liceo Scientifico che hanno dato un supporto fondamentale per la ricerca che ha interessato ogni singolo ragazzo delle classi prime e seconde. Grazie a questa ricerca gli studenti hanno partecipato ad un viaggio di istruzione per incontrare di persona la professoressa ed i suoi collaboratori.

 

Matteo ed Alessandro

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Minaccia la prof: "Via quella nota" 

Poi estrae il coltello e la ferisce al viso

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E' successo a Torino, in Corso Unione Sovietica, al liceo sportivo Primo Levi.

E' accaduto ieri mattina, verso le ore 11:50, all'alunno Yonut Abdusali è stata messa una nota di comportamento per aver lanciato una sedia giù dalla finestra.

Il ragazzo, appena l' ha saputo ha imposto alla professoressa di inglese, di toglierli la nota, ma quest' ultima si è rifiutata per più volte; allora a questo punto il ragazzo si è infuriato e senza pensarci due volte ha minacciato la professoressa con un coltello affilato, ritenuto illegale dalle forze dell'ordine perché supera quanto imposto dalla legge.

A quel punto il 16enne ha impugnato l' arma e l'ha scagliata verso la professoressa, ferendola gravemente al volto.

Subito sul posto sono arrivati Carabinieri e Ambulanza e i genitori, il ragazzo è subito stato arrestato e portato in caserma, mentre la professoressa è stata portata all' ospedale di Torino, ed è stata ricoverata d'urgenza.

La donna è stata operata poche ore dopo, mentre l' alunno è stato sospeso per 10 giorni con obbligo di frequenza e ora la famiglia del ragazzo deve risarcire alla professoressa una somma di denaro pari a 5000 €.

Inoltre tre ragazzini sono stati denunciati per avere ripreso la scena con i propri telefoni ed averla pubblicata sui social (come Instagram), senza permesso di nessuno.

 

Davide e Alessandro

L'INSEGUIMENTO, L'ALT, LA SPARATORIA

PAURA A GENOVA: TRE CARABINIERI FERITI

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Il 25 marzo 2018 un gruppo di uomini senza soldi si recarono in una gioielleria vicino ad una barca posizionata al largo del Porto di Genova.

La rapina durò non più di mezz'ora e i truffatori rubarono tutto ciò che aveva un valore.

La rapina si svolse alle nove di mattina, la gioielleria che volevano rapinare era vuota e per questo era più facile per loro rapinarla.

Il proprietario era un anziano che non vedeva l'ora di andare in pensione e nel momento della rapina non si accorse di nulla. Le uniche testimonianze furono date dalla figlia, che era lì per caso e disse che i rapinatori sembravano persone normalissime, venute lì per comprare un gioiello. La sorpresero impacciata davanti alla cassa. La prima cosa che i ladri fecero non fu quella di rubare i gioielli ma fu legare la figlia del proprietario. Rubarono mezzo negozio, lasciando qualcosa di insignificante ai proprietari.

Appena usciti la ragazza riuscì a liberarsi e a chiamare immediatamente la caserma di polizia più vicina. Chiamò per ben tre volte e solo la terza volta rispose qualcuno.

La polizia arrivò dopo quindici minuti dalla chiamata, ma fu troppo tardi. Uno dei carabinieri vide però un gruppo muoversi in modo molto veloce e si insospettì. Chiamò i suoi colleghi e partì all'inseguimento. I ladri salirono nella barca più vicina al porto e lasciarono il loro bottino. I carabinieri armati  di pistola trovarono i ladri nel momento esatto in cui ponevano i gioielli in un forziere. Incominciarono a seguirli intimandogli di lasciare tutto quello che avevano preso di lasciarlo per terra, ma questi ultimi reagirono sparando a caso e colpendo la gamba di uno di essi, con un secondo sparo colpirono un altro poliziotto sulla gamba e un ultimo sparo colpì la pancia dell'ultimo carabiniere. Quest'ultimo fu quello più grave di tutti e tre. Incapaci di camminare chiamarono rinforzi e subito arrivarono i loro colleghi in aiuto catturando il gruppo di ladri.  

 

Aurora e Alessia

26 OTTOBRE 2016

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Amazon ha creato un braccialetto controlla dipendenti. Quest'oggetto dovrebbe monitorare i movimenti dei dipendenti della famosa azienda.

Si dice che questo apparecchio  sia collegato con gli alieni, infatti molti dipendenti ritengono di aver avuto esperienze "paranormali", ad esempio un dipendente ritiene di aver iniziato a fluttuare mentre assemblava una lampada da notte, inoltre afferma di non aver bevuto e di non essere sotto effetto di droghe.

Abbiamo dei contatti con dei soggetti a capo dell'azienda Amazon che ci hanno confessato di avere dei contatti con gli alieni da parecchio tempo. Queste sono le esatte parole del nostro informatore: "Sì, confesso: ho chiacchierato molto con loro riguardo il futuro dell'azienda e abbiamo deciso che dovevamo collaborare per controllare i dipendenti e per aumentare lo sviluppo dell'azienda."

Questo è tutto, passiamo la linea al meteo che ci assicureranno che non ci siamo meteoriti.   

 

Sandy e Carlotta

La famiglia che non spreca cibo:

"Ne buttavamo via 2 etti al giorno"

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2 giugno 2012

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La famiglia Boschini, originaria di Torino, è contro lo spreco del cibo e per questo ha deciso di partecipare al concorso "Sprechiamo di meno, aiutiamo di più" con in palio un milione di euro.

Dopo un anno di sfide, si aggiudicò il primo posto la famiglia Rossi; ma improvvisamente arrivò una lettera anonima alla giuria. Ci fu terrore tra la folla che iniziò a chiedersi quale fosse il contenuto, dato che la giuria era in procinto di sospendere il concorso.

La famiglia Rossi aveva BARATO!  

Li avevano colti in flagrante: erano stati scoperti dietro un cespuglio che buttavano una pizza intera perché era stato trovato un capello all'interno del cartone.

Fu questa la domanda: MA SE SPRECANO UNA PIZZA INTERA PER UN MISERO CAPELLO, ALLORA QUANTO ALTRO CIBO SPRECHERANNO AL GIORNO, AL MESE E ALL'ANNO?!?!?

La famiglia Rossi fu espulsa dalla gara e prese il loro posto la famiglia Boschini.

Dopo pochi giorni il telegiornale annunciò che il mittente segreto della lettera d'espulsione era la famiglia Boschini.

Dopo solo due giorni l'intera famiglia Boschini fu trovata morta nella cantina di casa loro.

Oltre ai corpi la polizia trovò un'enorme quantità di resti di cibo: la cosa fu sconvolgente!

Da questo sgradevole episodio si può trarre la conclusione che NESSUNA FAMIGLIA AL MONDO RIUSCIRA' A SPRECARE POCO CIBO!!

Si conclude così un'altra vicenda sconvolgente di "Notizie Assurde".

 

Marta, Serena, Giulia

Trascinata per 300 metri e uccisa da pirata

davanti alla Gran Madre

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L'altro ieri, 7 aprile verso le 18:30, un ragazzo di età intorno ai 19 anni ha investito e trascinato per 300 metri una ragazza di 17 anni vicino alla chiesa della Gran Madre di Torino.

Dai test della polizia è risultato che il ragazzo era sotto l'effetto di droghe pesanti.

Jonathan, un ragazzo di 19 anni originario di Torino, ha investito e trascinato per 300 metri Theresa, una 17enne di origini americane, il corpo senza vita della ragazza si è sganciato dall'auto del pirata davanti alla chiesa della Gran Madre di Torino solo dopo essere stato trascinato per circa 300 metri sull'asfalto.

I passanti che hanno assistito alla scena hanno chiamato i soccorsi il prima possibile, ma per la ragazza era già troppo tardi.

Il veicolo con cui è stata investita Theresa e il suo guidatore sono stati ritrovati qualche ora dopo l'avvenimento dei fatti una piazza vicino alla chiesa. Il ragazzo è stato sottoposto a dei test e da questi risulta che fosse sotto l'effetto di droghe pesanti.

La famiglia di Theresa chiede giustizia e si dispera per la perdita. I famigliari di Jonathan si sono offerti di pagare il funerale della ragazza e di stare vicini ai parenti di lei.

In un'intervista i genitori del ragazzo hanno affermato: "Sospettavamo che nostro figlio facesse uso di droghe, abbiamo anche ispezionato  più volte la sua camera, ma non abbiamo trovato nessuna traccia di sostanze allucinogene. Non sappiamo come scusarci con le famiglia di Theresa e ci offriamo di pagare noi il funerale della ragazza e se avranno mai bisogno di qualcosa li aiuteremo volentieri."

 

Andrea e Alessandra

Bomber, ma povero per giocare a calcio

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Abdul Qualfashi aveva solo 13 anni  quando attraversò il Mediterraneo con un barcone per venire in Italia.

Per lui furono tre giorni indimenticabili a bordo di quel barcone.

Appena arrivato in Italia lo mandarono in una città in provincia di Milano, e lui, non potendo andare a scuola perché non aveva i documenti, aiutava sua mamma a casa, oppure aiutava il contadino che viveva  affianco a lui. Ma spesso andava al campetto della sua città a giocare a calcio.

Al pomeriggio giocava contro i ragazzini della sua età o contro i ragazzi più grandi, non aveva paura e a volte era anche più forte degli altri; Abdul però era povero e quindi giocava con semplici scarpe da ginnastica.

Un giorno però a sua insaputa c' era un dirigente del Milan, lo guardò giocare e scoprì il talento di quel ragazzo.

Alla fine di una partita il dirigente gli parlò e gli offrì un contratto, lui accettò.

Oggi questo talento gioca nel Real Madrid.

E' partito dal nulla ed è arrivato ad essere un top player.

 

Alessandro e Davide

Il culturista e i morsi al tassista in strada

< Ha cominciato lui>

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Ieri, in centro a Milano, un culturista ha morso il tassista che lo stava portando al luogo in cui era solito allenarsi.

Dopo aver chiesto al conducente del taxi di accostare in una zona poco affollata, il culturista lo avrebbe fatto scendere dal mezzo. Dopo di ciò si sarebbe accanito contro di lui iniziando a morderlo. Alcuni dei pochi passanti avrebbero tentato di fermare il culturista, ma non ci sarebbero riusciti, dopodiché avrebbero chiamato la polizia, che appena giunta sul luogo è riuscita a separare i due. Nonostante il tassista fosse molto più esile del culturista è uscito quasi indenne dallo scontro.

La polizia avrebbe poi portato l'uomo in questura e cercato di capire il perché dei morsi all'altro soggetto, ma tutto ciò che diceva l'accusato era: "Ha iniziato lui".

La polizia stà ancora cercando di capire cosa abbia portato l'uomo ad aggredire a morsi il tassista, dalla ricerca negli schedari delle visite mediche dell'uomo risulta che non fosse completamente capace di intendere e volere, quindi tutto ciò che è successo potrebbe essere dovuto ad un momento di non totale lucidità, in cui il soggetto potrebbe aver immaginato il fatto che il tassista lo abbia aggredito verbalmente per primo.

 

Andrea

Violenza su nostro figlio.

Padre trascinato in tribunale,

ma la madre aveva mentito

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15 MAGGIO 2012

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"Mio figlio veniva picchiato molte volte dal padre" dice la madre piangendo, "lo picchiava per ragioni stupide, ad esempio perché tornava a casa tardi, deve sapere che mio figlio inizia piange quando gli cade qualcosa dalle mani e in quei momenti veniva picchiato da mio marito perché non voleva che piangesse."  Queste sono le parole della donna.

Durante il processo però venne fuori la verità... la madre aveva raccontato molte frottole, la confessione scritta in alto non è reale in realtà il padre dava ragione al figlio e la madre lo picchiava. Il padre fu rilasciato e la madre andò in galera.

Tutto ci fu confessato dal ragazzo molto sconvolto.

Con questo concludiamo il nostro articolo.

 

Sandy e Carlotta

IL CULTURISTA E I MORSI AL TASSISTA IN STRADA

"HA COMINCIATO LUI"

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Era un pomeriggio tranquillo di una calda estate. Nel centro di Torino, pieno di gente per via di fiere vicine, c'erano un culturista e un tassista in piena lite perché tra i due si doveva trovare colui che avrebbe portato alla serata di galà della sera stessa la ragazza più bella del posto.

Tutto questo succedette in strada, fermando le macchine alle loro spalle. Col passare del tempo, stando ad alcune testimonianze, la lite arrivò a insulti e pugni tra i due, i quali affermavano che l'altro aveva cominciato.

La lite arrivò anche allo scontro fisico: il culturista più forte e allenato iniziò a mordere e picchiare violentemente il tassista debole e indifeso. Furono i passanti a dover dividere i due con forza, facendogli capire che la ragazza era già impegnata, perché stufa di aspettare una risposta.

I due capirono lo sbaglio ammesso facendo pace e anche se non riuscirono a portare al galà la ragazza più bella del paese, erano contenti di essersi chiariti e di aver capito lo sbaglio commesso.

 

Aurora e Alessia

"La paura negli occhi delle impiegate. Poi ore nel ripostiglio con mani e piedi legati"

 

29 gennaio 1954

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In una fabbrica nel Veneto si viene a conoscenza di uno stupro di massa.

Le parole esatte di una delle vittime: «Mi hanno infilato mani sotto la gonna, sui seni, ovunque. Lo hanno fatto a me e alle mie colleghe. Sempre più uomini, avevamo le loro mani dappertutto».

La polizia ha ritrovato tutti i corpi delle impiegate nel ripostiglio con mani e piedi legati.

La paura negli occhi delle vittime era sconvolgente!

Il colpevole è il già più volte arrestato, Giulio Savarina, uomo di 47 anni con gravi problemi psicologici, scappato dal manicomio Radley.

Dopo quest'ultima sgradevole notizia fu condannato all'ergastolo e alla pena di morte.

 

Marta Serena Giulia

MANOVA, UN'ALTRA DONNA  ACCUSA IL SINDACO

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Ebbene sì, un altro caso di molestie sessuali è avvenuto!

Siamo alle porte di Destino, un piccolo paese alle porte di Siracusa. Un altro caso di violenza sessuale si è verificato nel nostro paese. Questa volta l'accusato è proprio il primo cittadino del paese siciliano.

Nessuna ragazza ha mai avuto il coraggio di denunciarlo tranne lei. Quest'ultima ha preferito rimanere nell'anonimato. La sua disperazione l'ha portata a raccontare questo terribile fatto. Nessuno in famiglia se n'era accorto; neppure tra gli impiegati degli uffici comunali del paese.

Ai nostri microfoni la donna ci confessa: "Ä– un maiale. Queste molestie vanno avanti da mesi, non ne potevo più. Ci minacciava dicendoci che avrebbe diminuito la nostra busta paga se mai ci fossimo azzardate a rifiutare le sue avance. Ogni giorno le sue mani accarezzano ogni centimetro del mio viso. Ero imbarazzatissima di tutto ciò ma non potevo rifiutare."

L'uomo, giudicato colpevole, è ora indagato a piede libero per molestie sessuali aggravate.

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