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VISIVO

Da lontano vidi un cervo,animale bellissimo di colore marrone scuro, avvicinarsi ad una fonte d'acqua limpida, iniziò a specchiarsi nel riflesso dell'acqua e si rallegrò.

Le sue corna erano così grandi e ramificate, mentre le sue gambe erano deboli, striminzite e con zoccoli consumati.

Mentre lo osservavo attentamente vidi in lontananza un leone che sembrava avere l'aria molto arrabbiata, che iniziò ad inseguirlo, però mi resi conto che avevano parecchio distacco l'un l'altro.

Davanti  a loro c'era un'enorme pianura priva di alberi, dove il cervo riusciva a distanziarsi parecchio dal leone, ma poi mi resi conto che stavano entrando in un bosco, il cervo,avendo corna molto lunghe rimase impigliato tra i rami e fu aggredito dal leone.

Mentre veniva sbranato esclamò: ''Ho proprio sbagliato a non guardare oltre il mio naso, a fidarmi di ciò che era la mia salvezza, invece di ciò che era la mia vita''.

E' capitato spesso nella vita di essere in pericolo e di essere aiutato dal nemico, anziché dalla persona a cui avevi dato fiducia.

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Ilaria e Martina

NEGATIVO

Oh, quel povero cervo, tutto affaticato finalmente è riuscito a trovare una fonte d'acqua, mentre si affacciava sull'enorme massa d'acqua vide la sua immagine riflessa ed esclamò :'' Oh mamma, le mie corna sono troppo grandi e sporgenti e le mie gambe sono troppo piccole e molto deboli''.  

Da dietro vide il tremendo leone che sbucava e iniziò a seguirlo velocemente.

Davanti a lui si estendeva un'enorme pianura e per fortuna il piccolo cervo riuscì a correre più veloce del leone, ma quando la foresta iniziò, il leone si avvicinò e lo attaccò brutalmente.

Mentre veniva ucciso esclamò: ''Sono stato uno stupido a non avere fiducia in me stesso... invece di fidarmi di ciò che ha portato la mia distruzione.

Nella vita, quando ci troviamo davanti a dei pericoli, i nemici diventano i nostri salvatori, mentre le persone di cui ti fidi diventano dei traditori''.

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Ilaria e Martina

PREGIUDIZI

Un cervo, con la sua solita aria vanitosa, oppresso dalle sete, giunse presso una fonte; mentre beveva scorse la propria immagine nell'acqua e si rallegrò, vedendo che le sue corna erano così grandi e ramificate.

Gli dispiacquero invece, dato che come sempre non si accontentava mai, le gambe che trovava troppo deboli e esili.

Stava ancora facendo queste inutili riflessioni quando comparve un leone con il suo sorrisino da re dei falliti che cominciò a inseguirlo, ma il cervo, nella fuga, lo precedeva di buon tratto. e, finché davanti a lui si stendeva la pianura priva di piante, riusciva, grazie alle gambe che tanto criticava, a correre più del leone, ma quando poi cominciò una zona selvosa il cervo, a causa delle sue inutili corna, che lui tanto ammirava, rimase impigliato e non potendo più correre fu gremito dal leone, tutto questo a causa della sua vanità.

Mentre veniva ucciso esclamò:"Sono stato il solito sciocco che si fa prendere dal'apparenza, ma alla fine quello che mi avrebbe salvato sarebbero state le mie gambe, che tanto disprezzavo.

Spesso crediamo che essere belli sia più importanti di essere buoni.

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Eleonora

METAFORICAMENTE

In piena notte un grosso animale assetato arrivò alle pendici di una cristallina cascata, mentre il cervo in questione si dissetava beatamente, notò, sullo specchio liquido nel quale beveva, il suo bellissimo riflesso raffigurante il suo capo con in cima maestosi alberi spogli che sembravano arrivare fino alla luna, ciò lo portava a sentirsi pieno di vita e di orgoglio.

Gli dispiacquero però quei quattro stuzzicadenti che lo reggevano in piedi.

La sua mente vagava tra le nuvole in un mondo illuminato di narcisismo, fino a quando improvvisamente parve una selvaggia belva demoniaca che cominciò a perseguitarlo, costringendolo a fuggire nell'oscurità tra la natura morta, ma ormai privo di fiato in petto, si gettò nel ventre di una selva buia per nascondersi.

Durante la fuga per la salvezza i suoi rami si incagliarono uno ad uno a lunghi serpenti penzolanti dalla cima degli alberi, ma riuscì con affanno a liberare l'ultimo grido prima che la belva gli sottraesse l'anima. Con una zampa ormai nella fossa, la creatura esclamò ai quattro venti: "Sono stato stupido a non avere fiducia in ciò che costituiva la mia salvezza, fidandomi ciecamente invece di ciò che è stata la causa della mia imminente morte".

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Samuel

AUDITIVO

Un cervo, in cerca d'acqua, udì il rumore di un ruscello; mentre si dissetava si immerse nei suoni della natura, quando notò la propria immagine riflessa nel fiume e si rallegrò vedendo le sue possenti corna ramificate.

Si poteva invece sentire il suo lamento causato dal vedere le sue gambe deboli ed esili.

Immerso nel dispiacere udì il ruggito di un leone che iniziò a inseguirlo. Il cervo affannato dalla corsa, si tranquillizzò quando i versi del leone si fecero lontani.

Ma la tranquillità per il cervo durò poco, perché sentì il fruscio delle foglie e capì che sarebbe stata la sua fine, difatti poco dopo udì il ruggito del leone sempre più vicino.

Tra i lamenti frustranti il cervo esclamò: "Sono stato uno sciocco a non fidarmi del mio difetto, dando invece fiducia solamente al mio pregio, che diventò la mia rovina."

Spesso ci capita di capire che nel pericolo i nostri salvatori sono le persone a cui non diamo fiducia, mentre quelli che l'avevano guadagnata diventano la nostra rovina.

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Giulia ed Erika

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